Don Luigi Maria Epicoco Riflessione del vangelo di Oggi

don luigi maria epicoco Riflessione del vangelo di Oggi

Riflessione del vangelo

Tre cose colpiscono del Vangelo di oggi. La prima cosa è l’asciutto e intenso dialogo che Gesù ha con il lebbroso: “«Signore, se vuoi, puoi sanarmi». Gesù stese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio, sii risanato!». E subito la lebbra scomparve da lui”. La fede di quest’uomo è diventata così essenziale da far diventare la sua preghiera semplice ed efficace: “Signore se vuoi, puoi”. È una bella lezione per la nostra preghiera. Infatti più la nostra preghiera è semplice ed essenziale, più significa che è cresciuta la nostra vita spirituale. Quando la nostra preghiera è lunga, fatta di molte parole e di ragionamenti complicati, ciò è un chiaro sintomo che la nostra fede è piccola se non proprio assente. Gesù risponde prontamente alla preghiera di quest’uomo: “Lo voglio, si risanato”, ma anticipa queste parole con un gesto: “stese la mano e lo toccò”. Toccare è un’esperienza. Il vangelo sembra dirci che Gesù esaudisce le nostre preghiere con delle esperienze prima ancora che con delle parole. Dovremmo sempre tener da conto quello che viviamo, perché forse in quelle cose normali il Signore ha nascosto la Sua Grazia, il Suo modo di rispondere alle nostre preghiere. La seconda cosa che colpisce è l’ingiunzione del silenzio: “Gli ingiunse di non dirlo a nessuno”. Gesù non vuole farsi pubblicità con la sofferenza della gente. Ma più chiede il silenzio e più al contrario la sua fama si cresce: “La sua fama si diffondeva ancor più; folle numerose venivano per ascoltarlo e farsi guarire dalle loro infermità”. Eppure la Sua forza, la Sua potenza, la Sua fama si poggiano sempre e comunque su un pilastro nascosto e decisivo: “Ma Gesù si ritirava in luoghi solitari a pregare”. È la preghiera il segreto di Gesù. E’ lì ciò che fa di Lui qualcosa di unico e di irripetibile. La preghiera tira sempre fuori da noi quel potenziale nascosto che normalmente fa fatica a emergere. È lo spazio del silenzio, della solitudine e della preghiera che rendono Gesù pienamente sé stesso, pienamente il Salvatore.

Luca 5,12-16

Don Luigi Maria Epicoco

 

 

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