‎Franco-Ballerini ‎Riflessione del vangelo di Oggi

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Franco-Ballerini.  Riflessione  del vangelo di Oggi.

#Mt. 22,15-21

“Rendete dunque a Cesare ”

È davvero un bel trabochetto quello che i farisei tendono a Gesù.
La domanda che gli viene posta presenta davvero delle insidie.
Il modo di rispondere di Gesù,
di uscire da quella situazione è però geniale.

“È lecito pagare o no il tributo a Cesare?”,
chiedono i contemporanei di Gesù.
Argomento scottante e sempre attuale.
La Sua risposta interessa pure a noi.
Certo che è giusto pagare i tributi.
Abbiamo tutti il dovere di pagare le tasse.
Abbiamo tutti il diritto che vengano ben amministrate.
Ma quante tasse paghiamo noi a Cesare?.

Per capirlo occotre prendere in mano una moneta,
guardarne l’effigie,
e chiedersi:
«Questa immagine e l’iscrizione,
di chi sono?»
Avere un’immagine e l’iscrizione incise su una moneta implica essere una persona importante.
Una persona potente.
Di quelle che decidono la sorte dei popoli.
Davvero in molti hanno desiderato e cercato di essere potenti e temuti quanto lo è stato l’imperatore Cesare.
Che di potere ne aveva davvero molto.
Eppure tutto quel potere è stato solo una grande illusione.
Anche lui era nelle mani di Dio.
Esattamente come quella moneta con impressa la sua immagine che si trovava ora nelle mani di Gesù.

Ognuno di noi ha in custodia una “moneta” che stata posta nelle nostre mani quando siamo stati creati.

L’effigie e l’incisione che in essa verranno impressi saranno i nostri lineamenti.
Ogni nostra azione,
ogni nostro sforzo,
opera e gesto,
dalla più piccola alla più grande,
è il cesello con cui questa moneta viene e verra’ incisa.
Perché il cesello è la nostra vita.

Ad essa è giusto pagare il nostro tributo.
Che è l’impegno che mettiamo nel cercare di costruire quslcosa di bello,
vero,
profumato,
che resti anche dopo che ce ne saremo andati.
È giusto dare il nostro “con-tributo” alla società perché essa sia più vera,
più giusta e migliore.

“Rendete dunque a Dio quel che è di Dio”.
Usa il verbo “rendere” Gesù.
Non il verbo “dare”.
Questa cosa fa’ riflettere.
Si “restituisce” una cosa presa a prestito,
una cosa affidata.
In ogni caso,
una cosa “non nostra”.

Ciò che non consideriamo,
ma che non dovremmo scordare mai,
è che questa moneta non appartiene a noi.
È di Dio.
E a Lui deve essere restituita.
Una volta tornata a Lui,
verrà riposta in quello che è il Suo Tesoro.
Oppure verrà scartata.
Perché?

Perché troppo spesso ci comportiamo come se i proprietari di quella moneta fossimo noi.
Non curandoci di dare gloria a Dio,
ma cercando il nostro unico tornaconto.
Questo è il criterio che discrimina il tipo di moneta che siamo.
Preghiamo di essere destinati a far parte del tesoro di Dio.
In esso ci sono tutte le monete con l’effigie delle persone sante da una parte della moneta,
quella col “nome di Gesù” dall’altra.

Sono queste le monete “vere” del tesoro di Gesù.
Se non fosse così,
se ci fosse solo la nostra effigie ,
da una parte e dall’altra,
anche se fossimo onorati da tutti gli uomini della terra,
vorrebbe dire che siamo state considerate “monete false” nel Regno dei Cieli.
Saremmo buoni solo per essere scartati.
«Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio».

Un abbraccio.monete vere.
Preghiamo il Signore dells moneta di poter far parte del Suo tesoro.
E di avere il nome di Gesù impresso nel cuore.

Non dimentichiamoci di pregare per la pace🙏🏻
Un tributo troppo grande viene versato alla guerra.
È l’ora di cessare di pagare questo prezzo così alto,
e di mettere il nostro impegno nella causa della pace.
Santa domenica

 

 

 

 

 

Il Vangelo del Giorno

 

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