IL GRANELLINO🌱(Lc 18,35-43)
Il cieco di Gerico c’insegna che, se siamo costanti nella preghiera, il Signore aprirà gli occhi della nostra intelligenza per vedere (comprendere) e gustare le realtà della nostra vita spirituale. L’ ignoranza delle cose del cielo è la causa principale della mancanza di fede. Chi non conosce non ama e chi non ama non si mette a servizio del Signore. Il non essere illuminato sulle realtà del cielo ci fa vivere nella paura, depressione, angoscia e tristezza profonda. A causa di questi sentimenti negativi, si può arrivare al suicidio. La psicologia o la filosofia non ha il potere di aiutarci a rispondere ai seguenti quesiti: Chi sono io? Da dove vengo? Dove vado? Qual è il senso della mia vita? C’è un’altra vita dopo la morte? Chi è Dio? Se poi si è membro della Chiesa di Gesù Cristo solo giuridicamente, ci sono altre domande che uno si porrebbe: Chi è Gesù Cristo? Cos’è il Battesimo che ho ricevuto? Cos’è la vita eterna? Cos’è la confessione? Cos’è l’Eucarestia? Cos’è la Confermazione? Chi è lo Spirito Santo? Cos’è la Chiesa? Cos’è la comunione dei santi? Ovviamente la ragione umana non ha il potere di illuminarci su questi misteri della vita cristiana per poter vedere e gustare le realtà soprannaturali. Se vivi nell’ignoranza del senso della vita e di quello che ci ha insegnato Gesù, bisogna entrare a far parte della Chiesa attivamente e non solo giuridicamente.
La Chiesa custodisce il tesoro della Parola di Dio che, accolta con fede, ha il potere di rispondere a tutti i quesiti esistenziali e spirituali che ci poniamo. Una cosa io posso testimoniare ed è questa: Tutti quelli che sono entrati nella Chiesa come ciechi e mi hanno chiesto: “Padre, insegnami perché io voglio guarire dalla mia cecità ”, dal buio sono passati alla luce, dall’angoscia sono passati alla gioia, dalla morte interiore alla vita eterna. Gesù è la luce del mondo. Chi lo ascolta e lo segue fedelmente non cammina nella notte.
“CHE IO VEDA, SIGNORE”, è la preghiera costante di chi vuole vedere per amare. Amen. Alleluia.
(P. Lorenzo Montecalvo dei Padri Vocazionisti)
