Don Luigi Maria Epicoco Riflessione del vangelo di Oggi

“Riflessione del Vangelo di Oggi”

La famosa scena del Vangelo di oggi ci racconta della guarigione di un paralitico portato da Gesù non appena giunto nella sua città. L’affermazione che Gesù fa dovrebbe far rabbrividire tutti quelli che pensano che il peccato sia solo il retrogusto di un’educazione moralistica che è legata soprattutto al passato: “Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati»”. Il mondo di oggi non ama parlare di peccato. È questo anche il motivo per cui ci si confessa poco o ci si confessa male. Il sacramento della confessione rimane sempre un sacramento “fastidioso” perché ci costringe a mettere alcol sulla ferita. E se l’effetto è quello di disinfettare in vista di una guarigione, dobbiamo però anche dire che l’alcol su una ferita brucia. Noi non vorremmo mai sentire il dolore di una ferita, preferiamo trovare il modo di coprirla, dimenticarla, nasconderla, ma quasi mai troviamo il coraggio di esporla perché sia disinfettata e guarita. Il bello (o il brutto) è che ci riusciamo anche, ma gli effetti del peccato solitamente diventano infelicità per il peccatore, paralisi della sua volontà, incapacità a sentire il gusto della vita, rabbia, rancore, in pratica una vita ferma, una vita morta, una vita non più viva. La felicità di una persona non dipende dal fatto se cammina sulle sue gambe o se è su una sedia a rotelle. La felicità di una persona dipende da quanto quella vita è libera da tutto ciò che potrebbe ucciderla, fermarla, oscurarla. Il peccato ne è la causa principale, perché il peccato è un male che non solo fa il male ma ci fa male. In questo senso Gesù non è innanzitutto un taumaturgo ma Colui che può rimettere i peccati. Infatti lo scandalo viene esattamente da queste sue parole: “Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere in terra di rimettere i peccati: alzati, disse allora al paralitico, prendi il tuo letto e va’ a casa tua”. Dovremmo chiedere di essere perdonati prima ancora che guariti. Il perdono è una forma di guarigione più alta.

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Don Luigi Maria Epicoco

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