Don Luigi Maria Epicoco Riflessione del vangelo di Oggi

don luigi maria epicoco Riflessione del vangelo di Oggi

“Riflessione del vangelo di Oggi”

“Allora uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai sommi sacerdoti e disse: «Quanto mi volete dare perché io ve lo consegni?»”. Questo tipo di contrattazione non ha mai smesso di essere in atto. Il peccato è sempre frutto di un commercio così. Vendiamo Gesù, vendiamo la Verità, il Bene, il Senso per monetizzare con sicurezze immediate a breve termine, piaceri che finiscono dopo dieci minuti, e vite che sono solo la celebrazione del vuoto. Ci sembra sempre un affare vendere Gesù. In fondo il mondo si è specializzato nel marketing, e ha imparato dal migliore, da quell’antico serpente che rifilò il frutto proibito ad Adamo ed Eva, promettendogli mari e monti e lasciandoli solo nudi con due foglie di fico, senza più una casa e con una storia iniziata bene e finita male. Siamo figli di questo inganno, e ne portiamo i segni. Ma torniamo all’ultima cena. Nello sgomento generale, mentre tutti si domandano chi è il traditore, Gesù aggiunge un dettaglio durissimo: “Il Figlio dell’uomo se ne va, come è scritto di lui, ma guai a colui dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito; sarebbe meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!”. Non credo sia bello sentirsi dire che per come è andata forse sarebbe stato meglio non nascere, ma senza anestetici credo che sia questo il destino del peccato, quando arriva all’estreme conseguenze. Si può talmente fare del male fino a diventare una maledizione. Non dovrebbe mai accedere che la nostra vita diventi una maledizione, dovremmo difendere fino alla fine la possibilità di lasciarla per ciò che è, e cioè una benedizione. Ma questo accade solo a patto di conservare dentro di noi una briciola di pentimento e un angolo di umiltà nel cuore. Non è forse questo che salverà più tardi Pietro? E non è forse questo invece che tingerà di tragedia la fine di Giuda? “Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto»”. Infatti non è Gesù a pronunciare su Giuda una sentenza di morte, fosse dipeso da Lui lo avrebbe salvato. È Giuda che si autodistrugge. È questo l’inferno.

Don Luigi Maria Epicoco

 

 

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